L’Ultimo Segreto
di Majorana
Questa pagina fa da complemento al libro L'Ultimo Segreto di Majorana: La Macchina di Rolando Pelizza. In queste pagine troverai i collegamenti ai video, alle fotografie e alle perizie citati nel testo.
Gran parte del materiale prodotto dai sostenitori di Rolando è pubblicato sul sito ilsegretodimajorana.it e nei libri di Alfredo Ravelli, ed è qui organizzato per una rapida consultazione.
La storia, in breve
In una notte del 1938, il geniale fisico Ettore Majorana scompare misteriosamente. Vent’anni dopo, un imprenditore bresciano racconta di avere conosciuto Majorana in un monastero del sud Italia. Nascosto tra i frati, Majorana ha proseguito le sue ricerche e progettato una Macchina capace di annichilire la materia, produrre energia infinita, trasmutare un elemento in un altro e ringiovanire un organismo.
Quell’imprenditore si chiama Rolando Pelizza e viene incaricato da Majorana di costruire questa nuova rivoluzionaria Macchina.
Sarebbe una storia incredibile, se non fosse che Rolando ha tutte le prove: lettere periziate scritte da Majorana dopo il 1938, fotografie al fianco di Majorana, video in cui si vede Rolando trasformare cubi di gommapiuma in oro e documenti riservati dell’ambasciata americana che dicono di tenere d’occhio la sua invenzione.
Il nome di Rolando finisce sui giornali in diversi occasioni: quando, negli anni ‘70, è il principale accusato del rapimento della madre di Alain Elkann. O quando gli vengono perquisiti oltre 100 quadri dal valore di miliardi di Lire. O, ancora, quando finisce al centro di un processo per traffico d’armi per avere cercato di vendere quella Macchina ai governi di Italia, Stati Uniti e Belgio.
Lorenzo Paletti sviscera l’incredibile vicenda di Rolando Pelizza e della Macchina di Majorana con documenti inediti che illuminano gli angoli più oscuri di questa storia che ha per protagonisti scienziati, politici, massoni e servizi segreti.
I video di Rolando
In questi due video, Rolando mette in mostra le funzioni della Macchina. Nel primo, girato negli anni ‘70, vediamo prima le supposte annichilazioni eseguite per il governo italiano, poi la seconda fase (riscaldamento della materia) dimostrata di fronte a Giuseppe Piras e André Leroy.
Nel secondo, girato in Spagna nel 1992, Rolando trasformerebbe dei cubi di gommapiuma in oro massiccio utilizzando la terza fase della Macchina.
In quest’altro video, Rolando passeggia di fianco al supposto Ettore Majorana. Secondo Pelizza, la registrazione sarebbe stata effettuata il 5 agosto 1996 nel parco del monastero dove Majorana si è rifugiato dopo la sua scomparsa.
Il 22 ottobre 2025, per volontà del senatore Gian Marco Centinaio, Alfredo Ravelli — cugino e biografo di Majorana — ha parlato della Macchina nella sala “Caduti di Nassirya” di Palazzo Madama.
Documenti
Nei suoi libri 2006: Majorana era Vivo e Zitti Tutti: Parla Ettore Majorana, Alfredo Ravelli (cugino e biografo di Rolando) ha pubblicato alcuni documenti a sostegno della sua ricostruzione. Qui trovate invece alcuni frammenti delle dichiarazioni e dei documenti inediti pubblicati e pienamente contestualizzati nel mio libro L’Ultimo Segreto di Majorana: La Macchina di Rolando Pelizza.
Le fotografie di Majorana e Rolando
Rolando racconta che la sua Macchina sarebbe stata ideata dal fisico Ettore Majorana, scomparso nel 1938. A sostegno della sua tesi, Rolando pubblica alcune fotografie che sarebbero state scattate a Majorana nel 1976, 1986 e 1996, rispettivamente durante il suo 70esimo, 80esimo e 90esimo compleanno.
Un’analisi dell’ing. Michele Vitiello richiesta da Rolando conclude il soggetto fotografato al suo fianco è con buona probabilità il fisico scomparso. Una differente analisi è stata però eseguita dal prof. Matteo Borrini della Liverpool John Moores University e presentata nel 2023 nel contesto dell’annuale convegno dell’Accademia Americana di Scienze Forensi. Per Borrini, è impossibile che la persona ritratta di fianco a Rolando possa essere Majorana.
Ad accrescere i dubbi c’è anche una peculiare somiglianza. Infatti, il soggetto che compare nelle fotografie di Rolando è incredibilmente simile all’attore spagnolo Pol Nubiala.
In questa sovrapposizione, il “Majorana” di Rolando è messo a confronto con l’attore spagnolo Pol Nubiala.
La perizia tecnica di Michele Vitiello eseguita sulle fotografie di Rolando e un paio degli scatti che lo ritrarrebbero di fianco a Majorana.
Tra i documenti più sorprendenti che Rolando ha pubblicato a sostegno della sua storia, c’è una collezione di manoscritti che gli sarebbero stati inviati tra il 1964 e il 2006 da Ettore Majorana. La grafologa Chantal Sala ha eseguito una perizia su quei manoscritti, concludendo che la grafia che compare su quei fogli è — senza dubbio — di Ettore Majorana.
Per avere anche un secondo parere, ho chiesto l’aiuto della grafologa Monica Manzini del Tribunale di Roma, che ha confrontato le lettere ricevute da Rolando con alcuni manoscritti originali di Ettore Majorana archiviati all’Università di Roma. Il risultato della sua analisi è esposto dalla stessa Monica in questo video.
I manoscritti di Rolando ricevuti da Majorana
I tre pareri grafologici redatti dalla grafologa Chantal Sala sui manoscritti ricevuti da Rolando.
Gli audio di Erasmo Recami
Tra gli scettici figura anche Erasmo Recami, fisico e biografo di Ettore Majorana. Secondo il social media manager di Rolando: “Recami e Rolando Pelizza erano grandi amici infatti soprattutto negli ultimi anni si era cosi convinto della genuinità delle prove presentate da Rolando da voler partecipare, mettendoci la faccia, al famoso Convegno di Pavia del 2018”.
Ascoltando l’intervento di Recami, lungo poco più di tre minuti, appare però evidente come il fisico si limiti a ricostruire brevemente le pubblicazioni accademiche di Majorana precedenti la sua scomparsa, facendo attenzione a non esporsi a favore della ricostruzione di Rolando e Ravelli.
Non c’è dubbio che Recami avesse costruito un rapporto di amicizia con Rolando, ma questo non significa che il biografo credesse nell’autenticità delle sue lettere. Il convegno di Pavia si tiene nel 2018. L’anno seguente, nel 2019, Recami pronuncia queste parole:
Nel 1992, Rolando perfezione la cosiddetta terza fase della Macchina, che permetterebbe di trasmutare un qualsiasi elemento in un altro. In un video della durata di circa due ore, Rolando mostra una collezione di 128 cubi d’oro che avrebbe ottenuto trasmutando altrettanti cubi di gommapiuma.
Ciascuno di quei cubi d’oro pesa 65kg. Il peso complessivo di quello che Rolando chiama “il suo piccolo tesoro” è pari a oltre 8 tonnellate, concentrate su una superficie inferiore a un metro quadrato. Com’è possibile che il pavimento dello stabilimento regga tutto quel peso?
La stessa registrazione illustra anche la trasmutazione in oro di un cubo di gommapiuma. Dopo un taglio, un’inquadratura stretta mostra il cubo di gommapiuma appoggiato sul tavolo. La ripresa rimane su questa immagine per diversi minuti, durante i quali Rolando cerca di attivare la Macchina. Infine, con un lampo bianco che acceca la videocamera, il cubo si trasforma.
Gli scettici osservano alcune stranezze. Per esempio: l’ombra di Rolando compare sulla parete dietro al cubo proprio negli istanti che precedono la trasmutazione. Inoltre, durante la trasmutazione, il volume del cubo diminuisce. Utilizzando come riferimento i due punti che separano le ore dai minuti nell’orologio in basso a sinistra dell’inquadratura, il rimpicciolimento è evidente.
Possibile che quel video non mostri la trasmutazione di un cubo in oro, ma un gioco di prestigio?
La trasmutazione della materia in oro
Durante la trasmutazione, il cubo si rimpicciolisce (notate il lato rispetto ai due punti dell’orologio).
Rallentando il video, sembra di vedere le mani di Rolando che sfilano un cubo di gommapiuma dal sottostante cubo d’oro.
Possibile che il pavimento dello stabilimento in cui si trova Rolando sopporti 8 tonnellate distribuite in meno di un metro quadrato?
Voi sareste in grado di spostare un cubo di 65kg con la facilità con cui lo sta muovendo Rolando?
Stando a Rolando e ai suoi sostenitori, l’oro prodotto trasmutando la materia attraverso la Macchina avrebbe una purezza assoluta, impossibile da riprodurre in natura. Eppure le uniche analisi di laboratorio eseguite su quell’oro e pubblicate in un libro del giornalista Rino di Stefano suggeriscono una purezza assolutamente nella norma.
I manufatti in oro prodotti dalla Macchina
Alcuni manufatti in oro che sarebbero stati prodotto trasmutando la materia tramite la Macchina di Majorana e Pelizza e la pagina del libro di Rino di Stefano con i risultati della sua analisi.
I brevetti di Rolando
A pagina 40 del suo libro 2006: Majorana era Vivo, il cugino e biografo di Rolando, Alfredo Ravelli, racconta che — tra gli anni ‘70 e ‘80 — Rolando “sfornava” brevetti. Inoltre, a pagina 105, Ravelli racconta che Rolando avrebbe depositato il brevetto della Macchina in Belgio con il nome Rematom. Eppure di quelle proprietà intellettuali non esistono tracce. Cercando nel sito dello European Patent Office il nome di Rolando Pelizza o il nome delle società citate da Ravelli è possibile rintracciare solo quattro brevetti.
Dove sono tutti i brevetti che Rolando “sfornava” tra gli anni ‘70 e ‘80 e di cui parla Ravelli? E dov’è il brevetto della Macchina depositato con il nome Rematom all’ufficio brevetti belga? L’unico brevetto di quel periodo chiaramente firmato da Rolando risulta essere quello relativo alla fibra sintetica.
I brevetti associati a Rolando depositati nelle banche dati internazionali.
La collaborazione con il Politecnico di Milano
Per ottenere unaPer fare certificare il funzionamento della Macchina da un ente riconosciuto, tramite il giornalista Rino di Stefano e l’imprenditore Giorgio Santucci, Rolando ha avvicinato anche il Politecnico di Milano. Secondo il social media manager di Rolando, i professori del Politecnico sarebbero rimasti senza parole di fronte alle conoscenze di Rolando.
Ma il professor Maurizio Masi, che faceva parte della commissione del Politecnico per l’analisi della Macchina, ha un ricordo ben diverso. Mi sono confrontato con lui in una chiacchierata pubblica, tenuta proprio al Politecnico di Milano il 15 maggio 2025.
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